Trentame

Trentame

Non è altro che un numero.

Soltanto numeri.

Come quelli che scandiscono il tempo, così come lo concepiamo.

Eppure, in questi 33 anni, ci sono stati anni durissimi dei quali non sapevo vedere la fine, estati felici troppo brevi, ore lunghe giorni sedute in aria su un sedile scomodo, dolori passati che bruciano come fossero cadute di oggi, risate forti da adolescenti immortali di cui riesco ancora a sentire l’eco, assenze lunghissime annullate in uno sguardo, amori eterni mentre finivano, amici di anni che sembrano esserci da molte più vite, che solo questa è decisamente troppo poca.

Chi ha inventato calendari e orologi, chi ha scelto come calcolare il tempo è sceso a stretti compromessi.

Quindi non lo so se davvero ho 33 anni, 4 o mille.

Ma so che quest’anno sto conoscendo qualcuno, in mezzo a tanti, che non avevo mai incontrato prima: me.

Non credo saranno sufficiente tutti i calendari che avrò a disposizione per conoscerla fino in fondo, con tutti i pregi celati, le fallibilità, le brutture, la forza e le fragilità.

E forse il bello sta lì.

Tutto quello che vedrò sarà il composto perfettamente amalgamato di chi mi ha amata senza che lo meritassi, chi ha preso tutto senza dare niente, chi mi ha fatto ridere, chi mi ha permesso di guardare dentro il suo mondo, chi ha messo scale dove mettevo muri, chi non ha ascoltato i miei no, mi ha teso la mano, mi ha preso a calci l’autostima, mi ha aperto le braccia, bussato alla porta, aperto la sua, detto le cose peggiori, mi è stato seduto a fianco in silenzio, mi ha dato fiducia e l’ha tradita.

Insomma, a chi c’è stato, mi ha sfiorato, è ancora qui, ci sarà,

Grazie.

Tutto quello che di bello vedrò in me è anche vostro.

E grazie per tutte le brutture che di me non saprò accettare, sarete il mio capro espiatorio.

Del resto sono solo una persona.

Ed è meraviglioso.

 

 

 

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