La voce fuori dal coro a volte è solo stonata.

La voce fuori dal coro a volte è solo stonata.

All’essere umano medio piace, terribilmente, lo scontro.
Il giudizio sterile.
Il dito puntato.
La guerra del nulla.
E non perché siano guerrieri coraggiosi.
Ma perchè fare una lotta, seppur a caso, li fa sentire schierati.
Gli dà definizione.
Gli fa credere di appartenere a qualcosa, o meglio di non appartenere al tutto.
Li fa sentire diversi.
Fuori dalla massa.
La voce fuori dal coro.
Ma spesso la voce fuori dal coro è solo stonata.
Gracchiante.
Inascoltabile.
La voce che vuole stare fuori dal coro non parla mai di sé.
Non racconta della sua vita nuda.
Non toglie le maschere, che abbiamo tutti, ci piaccia o meno.
La voce che parla davvero fuori dal coro racconta se stessa, invece.
E non perché non ha paura, ma perché ne ha.
La voce fuori dal coro, se è femminile, dice che il tempo passa e lo sa.
Che sente la voglia di costruire mentre sta ancora costruendo la sua persona.
Che si sente completa da sola, ma si preferisce in due.
Dice che pensa a domani anche se non ha ancora bene l’equilibrio dell’oggi.
Che sente di volersi prendere cura di una vita nuova, anche se ha ancora bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei.
Quella voce indipendente ammette di aver accettato cose che le sue maschere non avrebbero creduto possibile accettare.
Ma che per un sentimento tale da non potersi definire con i termini che la lingua italiana ci suggerice, ha perdonato, è andata oltre, ha accettato.
Dice che, la donna indipendente che è, non la salva dal sentirsi a volte una bambina senza difese, a volte stupida, a volte poca.
Dice che vorrebbere essere completamente fuori dai ridicoli circuiti da ‘doninna’ quali l’ingiustificata gelosia, la rabbia, la nevrosi e la logorrea, ma a volte ci cade in pieno comunque.
La mia voce dice che ho le palle, sì, ma non per virtù o merito, ma perché me le ha regalate la vita con il tempo.
E che se domani vorrò preparare la colazione all’uomo che si sveglia vicino a me, non sarò meno donna alfa.
Non avrò meno palle.
Ma sarò qualcuno che si dà, perché ha da dare e sceglie a chi dare quello che ha.
Tutto quello che ha.
Fosse anche una spremuta e un pan cake.
Fosse anche quello che non credeva di avere.
Correndo il rischio.
Correndo tutti i rischi per avere la vita che vuole e  quella che non sa ancora di volere.  

– ” Delle tette mi piace la donna.”
     Z.

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