04 Gen 2016, ecco.
Caro 2016,
come è ormai rito, per me, ti scrivo una lettera di benvenuto.
Un po’ per educazione e un po’ per recriminare, nel caso, le tue mancanze a fine anno.
Che dire, sei entrato dalla porta e nemmeno ci ho fatto caso, nonostante il countdown di Gigione su canale 5 (sempre meglio di una bestemmia e un orologio fuori fuso), la bottiglia stappata e gli auguri.
Ti ho aspettato in tenuta casalinga, davanti ad una camino e con chi volevo ma non credevo ti avrebbe aperto la porta con me.
Sei iniziato con un viaggio e baci semplici, veri, onesti, senza rabbia verso l’anno che se ne andava e senza caricarti di responsabilità di riscatto, il che è un bella partenza per entrambi.
Vorrei questo per noi, 2016, vorrei abbracci caldi, momenti da ricordare, persone giuste, viaggi, risate e bicchieri di vino.
Vorrei fossi il mio compagno.
Vorrei fossi chi mi sprona, mi sta accanto e si prende cura di me.
Il complice, la spalla, l’amante.
Quello che mi fa ridere, che mi abbraccia e mi sostiene.
Quello che mi dice che andrà tutto bene e faccia in modo che sia così.
Quello con il quale il tempo ha più valore.
Dal canto mio, essendo in due, prometto di credere in noi e di imparare a fidarmi.
Prometto di sedare le mie isterie e le malinconie a meno che non servano per scrivere.
Prometto di impegnarmi e non giudicarti a priori.
Prometto di mantenere le promesse.
Confido che tu faccia altrettanto.
Benvenuto.
Anonimo
Posted at 18:10h, 07 gennaioanno bisesto anno funesto
Gloria Sacchi
Posted at 22:51h, 07 gennaioAuguri vivissimi a te e allegria.